Onorevoli Colleghi! - Nell'epoca in cui nascono e si consolidano nuove forme di fruizione delle opere dell'ingegno, indipendentemente dai supporti fisici che le contengono, il settore musicale ricopre un ruolo sempre più rilevante quale esempio di prodotto culturale onnicomprensivo, oltre che di prezioso strumento per la diffusione del made in Italy all'estero.
Nel 2004, il sistema musicale italiano ha fatturato 2.284 milioni di euro, con una crescita del 4,35 per cento rispetto al 2003. Il comparto nel suo complesso cresce, anche se il saldo finale è il risultato di movimenti disomogenei dei diversi settori, con il più esposto, la discografia, in controtendenza. I dati di sell-in continuano a evidenziare cali per la vendita di musica su supporto fisico.
Nel 2005 il mercato discografico è calato complessivamente del 4,47 per cento a valore e del 5,61 per cento a volume. Il fatturato audio è stato di 269 milioni di euro contro i 280 milioni del 2004 e i 314 milioni del 2003.
L'indebolimento più consistente ha riguardato il segmento dei compact disc (album), che rappresentava la sezione trainante dell'economia musicale, con riflessi pesanti sia sulla filiera occupazionale sia nell'indotto produttivo e distributivo, come le aree dedicate alla registrazione, il settore dei concerti e tutto ciò che ruota intorno al prodotto discografico.
La contrazione del fatturato nel mercato tradizionale tra il 2000 e il 2005, pari a circa il 25 per cento, ha comportato gravi conseguenze sull'intero comparto: tagli al personale (del 40 per cento in 5 anni) e la chiusura di un gran numero di negozi di dischi (con saldo negativo di ben oltre il 20 per cento). La flessione delle vendite si ripercuote inoltre sui costi di ricerca e sugli investimenti (circa il 25 per cento),
1) di tipo ordinamentale, per rendere più chiare e omogenee le norme che presiedono al corretto funzionamento del mercato;
2) di sostegno allo sviluppo, con incentivi all'offerta per incoraggiare la domanda di accesso e con interventi per la promozione di iniziative legate ad alcuni settori.
La ratio che ispira la presente proposta di legge è, da un lato, quella di accompagnare e sostenere la trasformazione dell'industria musicale verso i nuovi scenari aperti al mercato dalla rivoluzione tecnologica e, dall'altro, quella di promuovere fortemente il prodotto musicale italiano e dei giovani, favorendo lo sviluppo di sinergie fra cinema e musica.
I nuovi punti qualificati possono essere così riassunti:
1) previsione di un credito di imposta pari al 5 per cento in favore delle imprese fonografiche che effettuino entro il 2008 investimenti in:
a) attività per la ricerca e lo sviluppo di opere prime di artisti italiani emergenti;
b) programmi di ristrutturazione economico-produttiva concernente l'acquisto, il potenziamento e l'ammodernamento delle attrezzature tecniche nell'ambito dei processi di trasformazione delle strutture produttive verso tecnologie digitali;
2) un intervento finanziario statale pari a 20 milioni di euro per sostenere le imprese impegnate nella digitalizzazione del repertorio nazionale e in iniziative imprenditoriali funzionali all'ampliamento di contenuti digitali da immettere in rete;
3) l'estensione alla produzione di video musicali di particolare rilievo artistico-culturale degli incentivi e contributi previsti dalla legislazione vigente in favore delle imprese di produzione cinematografica ai sensi del decreto legislativo n. 28 del 2004;
4) l'istituzione, sulla base dell'esperienza francese, presso il Ministero per i beni e le attività culturali, di un ufficio per la promozione della musica italiana all'estero con il compito di promuovere e di diffondere il prodotto discografico nazionale e la produzione artistico-musicale italiana.
Con la presente proposta di legge si vogliono quindi colmare il disimpegno e la «miopia» riformatrice dimostrati dal legislatore negli ultimi anni e proporre una visione moderna della musica contemporanea, nella consapevolezza che la cultura costituisce un momento strategico di crescita civile e sociale del cittadino e della collettività e un importante segmento economico del Paese: un settore che individua e sviluppa nuovi talenti e valorizza gli artisti già affermati, internazionalizzandoli su scala mondiale. È questo patrimonio artistico, fatto di tradizioni, esperienze e professionalità, che va tutelato, promosso, rilanciato e incentivato.